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di: Niccolò Bisconti, Daniele Carrucoli
Questo incredibile sito archeologico è stato segnalato allo scrivente dal ricercatore Daniele Carrucoli. Poggio Rota è il nome, ereditato dal luogo in cui è situato, di un complesso di megaliti ricavati dall’intaglio di un precedente blocco
tufaceo.Il sito è ubicato nella bassa Toscana, presso il paese di Pitigliano in un’ ansa del fiume Fiora, un corso d’acqua che nasce dal vicino Monte Amiata.Scoperto nel 2004 dal ricercatore Giovanni Feo,il complesso megalitico è stato oggetto di numerosi studi promossi privatamente dall’Associazione Culturale locale “Tages”.Gli studi hanno dimostrato oltre all’artificialità del sito testimoniata dalla relazione del geologo Alfonso Giusti, la sua valenza archeoastronomica come testimoniato dalle indagini effettuate da Adriano Gaspani, Antoine Mari Ottavi,François Radureau e Enrico Calzolari.Gli studi condotti sul sito, ai quali ha partecipato anche l’archeologa e docente Nuccia Negroni Catacchio (Università di Milano) ipotizzano che i megaliti di Poggio Rota furono realizzati verso la metà del terzo millennio a.C. dalla facies culturale di Rinaldone (4000-2000 a.C).Riguardo questa cultura sinteticamente occorre dire che il nome deriva dalla scoperta di tombe a grotticella artificiale scavate nella roccia, dette a “forno” avvenuta nel 1903,nel sito denominato “Rinaldone”, nei pressi di Montefiascone (VT). Nel 1938 Minto , notando la somiglianza delle architetture tombali e dei corredi con le tombe che gli erano state segnalate nella Toscana meridionale, in particolare nelle necropoli di Botro del Pelagone (Manciano), Corano (Pitigliano), Poggio Formica (Pitigliano), individuò per primo in esse uno specifico aspetto culturale dell’Italia Centrale, disitinguibile da quello della restante penisola. Fu poi Pia Laviosa Zambotti nel 1939 a parlare per la prima volta di cultura di Rinaldone, distinta da quella tipica dell’Italia Settentrionale,che chiamò di “Remedello”ANTICO OSSERVATORIO ASTRONOMICO.Secondo gli esperti il complesso di Poggio Rota, venne realizzato per l’osservazione degli astri e del Sole.I dieci megaliti, furono realizzato con il taglio, dall’alto verso il basso, di un poggio di roccia vulcanica; separati da stretti passaggi a corridoio, i raggi solari potevano quindi passare e indicare l’intero moto del Sole dal solstizio estivo a quello di inverno.Durante il solstizio estivo il Sole al tramonto si “poggia” sul monolite centrale del complesso per poi andare a “posarsi” su un avvallamento offerto dalla Skyline.
tufaceo.Il sito è ubicato nella bassa Toscana, presso il paese di Pitigliano in un’ ansa del fiume Fiora, un corso d’acqua che nasce dal vicino Monte Amiata.Scoperto nel 2004 dal ricercatore Giovanni Feo,il complesso megalitico è stato oggetto di numerosi studi promossi privatamente dall’Associazione Culturale locale “Tages”.Gli studi hanno dimostrato oltre all’artificialità del sito testimoniata dalla relazione del geologo Alfonso Giusti, la sua valenza archeoastronomica come testimoniato dalle indagini effettuate da Adriano Gaspani, Antoine Mari Ottavi,François Radureau e Enrico Calzolari.Gli studi condotti sul sito, ai quali ha partecipato anche l’archeologa e docente Nuccia Negroni Catacchio (Università di Milano) ipotizzano che i megaliti di Poggio Rota furono realizzati verso la metà del terzo millennio a.C. dalla facies culturale di Rinaldone (4000-2000 a.C).Riguardo questa cultura sinteticamente occorre dire che il nome deriva dalla scoperta di tombe a grotticella artificiale scavate nella roccia, dette a “forno” avvenuta nel 1903,nel sito denominato “Rinaldone”, nei pressi di Montefiascone (VT). Nel 1938 Minto , notando la somiglianza delle architetture tombali e dei corredi con le tombe che gli erano state segnalate nella Toscana meridionale, in particolare nelle necropoli di Botro del Pelagone (Manciano), Corano (Pitigliano), Poggio Formica (Pitigliano), individuò per primo in esse uno specifico aspetto culturale dell’Italia Centrale, disitinguibile da quello della restante penisola. Fu poi Pia Laviosa Zambotti nel 1939 a parlare per la prima volta di cultura di Rinaldone, distinta da quella tipica dell’Italia Settentrionale,che chiamò di “Remedello”ANTICO OSSERVATORIO ASTRONOMICO.Secondo gli esperti il complesso di Poggio Rota, venne realizzato per l’osservazione degli astri e del Sole.I dieci megaliti, furono realizzato con il taglio, dall’alto verso il basso, di un poggio di roccia vulcanica; separati da stretti passaggi a corridoio, i raggi solari potevano quindi passare e indicare l’intero moto del Sole dal solstizio estivo a quello di inverno.Durante il solstizio estivo il Sole al tramonto si “poggia” sul monolite centrale del complesso per poi andare a “posarsi” su un avvallamento offerto dalla Skyline.
Fig.2 - I megaliti di Poggio Rota durante il Solstizio estivo.Durante l’equinozio autunnale invece, grazie a delle “stondature” alla base di alcuni dei monoliti, è stato possibile osservare “l’annuncio” del tramonto del Sole circa un’ ora prima grazie a dei fasci di luce che si sono venuti a creare sul terreno.



Se così fosse, questo sito testimonierebbe che nel passato esisteva una civiltà in Italia, forse la già citata culura di Rinaldone, con rilevanti conoscenze astronomiche
Il sito, già segnalato alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, necessita in primo luogo la messa in sicurezza dei megaliti (molto deteriorati) e uno scavo stratigrafico, necessario per avere ulteriori dati.
Niccolò Bisconti, Daniele Carrucoli - 23 ottobre 2012
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