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domenica 10 febbraio 2013

Figure Mitologiche




Fate e folletti di Michelle Bradshaw
C'è chi sostiene di averli davvero visti , soprattutto ne boschi del trentino...ma anche chi prova sensazioni particolari, una volta che si trovano soli in un bosco...quasi una sensazione di benessere e di non essere da soli in quel luogo.In Italia esiste una vera e propria mappa di visione degli gnomi....Gli avvistamenti più frequenti si dice siano in Trentino (dove alcuni sostengono di aver visto gli omini "shilts", protagonisti di tante leggende all'insegna della miniaturizzazione) in romagna o anche nei dintorni di Pistoia. Avvistamenti sicuramente nel mondo celtico e runico, in Scozia come in Irlanda, dove addirittura ci sono dei cartelli stradali che invitano a fare attenzione agli gnomi.
Ai fortunati avvistatori gli gnomi portano fortuna e sapienza. C'è una nota leggenda al riguardo del centurione romano in Olanda, che nel 300 d.C. tutte le mattine incontrava uno gnomo che veniva a prendere una ciotola di latte da lui e gli dispensava saggezza. Si dice anche che, nel 160 d.C. l'imperatore Marco Aurelio avesse come consigliere  uno gnomo. L'alchimista Paracelso nel 1515, a soli 21 anni, scrisse il "Liber de Nimphis, Silphis, Gnomi" e qui affermava di credere negli gnomi, descritti ispirandosi alle divinità celtiche vicine agli elfi. Questi piccoli essere derivanti dalle mitologie nordiche erano una sorta di anello di congiunzione col soprannaturale, ed erano considerati esseri giudiziosi ed equi.
Secondo Paracelso "gnomus" si origina dal greco "gnome", che significa intelligenza e sapienza. Così come la parola greca "geromòi" significava "abitanti delle viscere della terra" Non a caso in Germania gli gnomi vengono considerati elfi delle tenebre e secondo la mitologia sono esperti di metalli e abili nel forgiare i gioielli.

gnomo scompareSecondo Huygens,vivono in casette a forma di alveare a terra, nei boschi ed hanno un vasto ricettario comprendete molte ricette a base di biscotti. Non vivono, però, sugli alberi: questo è il regno dei folletti. Gli gnomi, sia maschi che femmine, sono amici degli animali buoni della foresta e nemici dei gatti, perchè da questi possono essere mangiati. Le gnomette, così come gli gnomi, non sono esseri "solari" come gli elfi, ma si manifestano all'alba o al crepuscolo e di notte dormono.
Provano antipatica per le persone arroganti a cui non si mostrerebbero mai. Possono, dunque, apparire solo a persone a cui sono simpatici: i bambini, ad esempio, oppure a persone ingenue e di poca cultura, come i contadini. Il più delle volte, potrebbero apparire vicino ai funghi, in un bosco, che è il loro habitat preferito, in quanto nel bosco la luce è filtrata da foglie e felci molto fitte.Al riguardo ci sono correnti positiviste e correnti negativiste, ma anche correnti "possibiliste".
In generale, penso che nella vita non si possa negare nulla...



VITA ED ABITUDINI  DEGLI GNOMI:



Gli gnomi non sono come noi: loro vivono centinaia e centinaia di anni. Pensate che l'età giusta per sposarsi 
(corrispondente circa ai nostri 30) è... 100 anni! E che i baby-gnomi fanno pipì a letto fino a 12 anni! Dopo il matrimonio di solito nascono i figli: solitamente si tratta di una coppia di gemelli.Il papà si occupa prevalentemente dell'educazione dei maschietti, mentre la mamma si prende cura delle femminucce.Quando il piccolo gnomo compie 13 anni, è pronto per
diventare grande. Allora il suo papà gli svela tutti i segreti di cui sono a conoscenza solo gli gnomi, e gli insegna tante cose utili per il suo futuro: ad esempio, a 
riconoscere funghi ed erbe, a distinguere le piante 
commestibili da quelle velenose, e gli animali buoni da 

quelli aggressivi. Inoltre il piccolo deve imparare a correre
veloce come una lepre (per sfuggire a possibili predatori), 
a usare una specie di bacchetta magica che gli gnomi usano
per cercare i tesori e infine a fischiare fortissimo, per avvertire
i compagni, anche a grande distanza, di un imminente pericolo!

Le ragazze, invece, vengono istruite dalle mamme nelle 
faccende di casa: imparano a cucinare, a filare la lana, a 
prendersi cura dei cuccioli di animali. Le case degli gnomi si 

trovano di solito tra le radici di grandi alberi: c'è una grande
cucina con un caminetto, la camera da letto, il ripostiglio, 
il bagno e... la botola segreta per scappare in caso di pericolo.
Il tetto è fatto di scaglie di pigna. Come vedete, gli gnomi sono molto previdenti e sono bravissimi artigiani. Di solito attaccata

alla casa c'è l'officina con tutti gli attrezzi necessari per
lavorare il legno, la ceramica o altri materiali. 
Grandi amici degli gnomi sono i topi (grandi più o meno
quanto loro). Come noi teniamo in casa cani o gatti, loro 
allevano questi piccoli roditori, costruendo loro delle 
comode "cucce" e offrendo loro dei pasti ghiotti.

AVVISTAMENTO DI UN ESSERINO IN PERU'


L e   r a z z e   g n o m i c h e

Come per tutte le specie che abitano il pianeta terra, anche gli gnomi si sono dovuti adattare alle caratteristiche meteorologiche delle diverse aree in cui si sono stanziati nel corso dei secoli.
Tra le varie razze gnomiche una prima distinzione da fare è quindi di carattere geografico: in ogni area si può trovare, infatti, un tipo differente di gnomo.


LO GNOMO SILVESTRE
Da considerarsi come il ceppo originario di tutte le altre specie, lo Gnomo Silvestre è un abitatore dei boschi. Vive in perfetta sintonia con la natura, che ama infinitamente. 
Il bosco è quindi la sua casa, e come tale, lo conosce fin nel suo angolo più recondito. E’ un gran camminatore ed adora le esplorazioni. Molto spesso uno Gnomo Silvestre è un erborista specialista che conosce a fondo le erbe officinali.
Questa tipologia di gnomo presenta un carattere solitamente molto paziente ed è naturalmente portato a lavori di ricerca 
e precisione. L’area di occupazione di questa razza è quella nord europea, in particolar modo li possiamo incontrare nei boschi di Irlanda, Regno Unito, Germania occidentale, Francia settentrionale (Normandia e Bretagna). 

LO GNOMO DELLE NEVI
A differenza dello Gnomo Silvestre, quello delle Nevi è un po’ restio agli spostamenti: la causa principale è sicuramente il freddo che attanaglia le sue terre durante la maggior parte dell’anno. Lo gnomo delle nevi ama quindi la vita casalinga, ma ciò non toglie che conosca molto bene le zone dove vive. Ha un carattere un po’chiuso e scontroso: infatti, il clima freddo non aiuta certo la socializzazione. Lo gnomo delle nevi è leggermente più grande e grassoccio di uno gnomo normale. Le zone abitate da questa razza sono quelle scandinave e della Groenlandia.“Strana gente quella delle nevi. Difficilmente uno gnomo delle nevi dà confidenza ad uno straniero, anche se si tratta di un fratello proveniente da lontano. Ho avuto a che fare solo una volta con uno di loro e non è stata per niente un’esperienza positiva... Ricordo che ero a spasso per il Grande Nord quando, all’improvviso, mi ritrovai nel bel mezzo di una tempesta di neve. Avevo perso davvero tutte le speranze... Sentivo la fine della mia esistenza davvero molto vicina! Mi sentii sollevato quando vidi passare, proprio accanto al masso dietro al quale avevo cercato riparo, un fratello delle Nevi... Ma egli non mi degnò neanche di uno sguardo! Proseguì dritto dritto fino al suo rifugio, che era da lì poco distante. Per fortuna sono qui a raccontarvi quest’incredibile vicenda: la vita me l’ha salvata un freddo masso e non uno Gnomo delle Nevi!” 

LO GNOMO DELLA STEPPA
Tipologia intermedia tra lo Gnomo delle Nevi e quello Silvestre, lo si può incontrare nelle pianure della Russia europea. Ha gli occhi dal taglio molto stretto e labbra sottili, capelli e barba più scura e sono, in genere, qualche centimetro più alti. La grande famiglia della steppa è suddivisa in circa venticinque tribù nomadi. Il continuo spostamento è dovuto alla raccolta di erbe e prodotti stagonali, elemento principale di sussistenza di questa popolazione. Quando il terrritorio ha fornito alla tribù tutto ciò che poteva offrirgli, questa si sposta verso altre mete. In tal modo essi danno la possibilità alla vegetazione di svilupparsi nuovamente permettendo così un successivo stanziamento. A differenza delle altre tipologie di villaggi, quelli degli gnomi della steppa sono costituiti da abitazioni tra loro molto vicine: ciò avviene perchè questa famiglia conduce una vita comunitaria improntata sulla suddivisione dei vari compiti, di conseguenza è necessario per i membri essere gli uni vicino agli altri. 

Bogus ci ha detto...
“Sinceramente non ho mai conosciuto di persona i fratelli della steppa. So di loro grazie ai racconti di mio zio, che ha viaggiato per molto tempo da quelle parti. Lui me li ha descritti come una grande famiglia molto cortese e ricca di tradizioni, spesso differenti dalle nostre... 



"Lo gnomo di Bosco" cosi è chiamato il piccolo essere che si muove saltellando


LO GNOMO MEDITERRANEOGnomo dal carattere gioviale e propositivo, occupa le zone dell’Europa meridionale. Il suo ambiente naturale sono col-line e radure, ma non è raro che si stanzino anche in zone marittime. Sono impegnati nella difesa della macchia mediterranea, un tipo di vegetazione caratteristica di queste zone, da loro molto amata che, a causa degli interventi del l’uomo, rischia di scomparire. Gli Gnomi del Mediterraneo, grazie alla loro familiarità con il mare, sono anche degli esperti navigatori: riescono con estrema facilità a riconoscere e sfruttare i venti più utili alla navigazione. Hanno anche un ottimo senso dell’orientamento grazie all’approfondito studio, che li ha resi dei veri specialisti in merito, sui corpi celesti. Possiamo incontrarli in Spagna, Francia del sud, Italia e Grecia. 

Bogus ci ha detto...
“I più bei ricordi dei miei viaggi sono legati ai fratelli del mediterraneo: mai incontrata gente più cortese ed ospitale! L’accoglienza in un villaggio mediterraneo è sempre in grande stile. I componenti della famiglia mediterranea, a differenza della famiglia silvestre, non amano fare viaggi di lungo tragitto. Sono comunque dei profondi conoscitori del territorio che li circonda... Proprio per questo motivo si rivelano delle ottime guide e la loro simpatia rende ancor più piacevole il viaggio”.

LO GNOMO GIGANTE
Lontani parenti della grande famiglia degli gnomi, sono molto più grandi di uno gnomo medio (si dice che possono arrivare anche a mezzo metro). Ma alla loro grandezza non corrispondono particolari doti: gli gnomi giganti sono spesso stupidi e poco affidabili. La maggior parte di loro sono innocui, anche se alcuni hanno un carattere maligno e vendicativo. Ad ogni modo è meglio starne alla larga: è diffusissimo infatti il detto “Gnomo Gigante, pericolo costante”.
Amano accumulare cianfrusaglie di qualsiasi genere che nascondono in posti così segreti che spesso loro stessi ne dimenticano la collocazione. Cercano di evitare in tutti i modi i lavori più impegnativi visto che la loro attività preferita è, senza dubbio alcuno, il faticosissimo ozio.
Bogus ci ha detto...
“Evitate, evitate, evitate di aver a che fare con Gnomi Giganti! Io vi ho avvertito... Vi ritrovereste in un mucchio di guai! In alternativa potrebbe capitarvi di svolgere per loro conto dei compiti assolutamente privi di senso... Fidatevi di quello che vi sto 
dicendo, perchè proviene da una stramba esperienza personale, che non mancherò di raccontarvi...”

Fonte:clicca qui


Anne Givaudan: INCONTRO CON GLI INVISIBILI CUSTODI DELLA NATURA





L e  S i r e n e



Increible sirena capturada en una red - animal planet



Informazioni



Dopo le fate e i folletti, ecco un altro fantastico personaggio

del regno della "fantasia"

Le Sirene...

Creature magiche , amanti del canto e della bellezza.

Antiche nel mito, tanto che si parla di loro fin dall' Odissea.

Quando infatti la maga Circe avverte Ulisse del pericolo

che le sue sirene rappresentano con il loro canto 

ammaliatore , gli suggerisce di far tappare ai suoi

marinai le orecchie con della cera.

Ad oggi troviamo raffigurazioni di Sirene negli Scritti

antichi, nei disegni mitologici, nei racconti dei marinai,

nelle leggende... e ad oggi ci si chiede se siano solo
frutto della fantasia perchè non pochi raccontano di
averle incontrate davvero.
C'è al riguardo una vecchia e curiosa leggenda irlandese: 


C'era una volta una nave in viaggio per l'America e fu avvistata una sirena che la seguiva. Dopo breve tempo venne una tempesta e il capitano disse: "Questa sirena si deve essere 
innamorata di un marinaio dell'equipaggio, per questo ci segue;se sapessimo chi è potremmo darglielo e salvare le nostre vite." Così, tirarono a sorte, e venne estratto il nome di un 
uomo ma il capitano si sentì dispiaciuto per lui e disse che gli avrebbe dato un'altra possibilità.
Il giorno dopo la sirena li seguiva ancora, aveva un aria
tristissima poiché le negavano il desiderio del suo cuore e la 
tempesta era ancora più forte e il vento ululava come il
lamento di un anima in pena. Allora tirarono di nuovo a
sorte e venne estratto il nome dello stesso uomo. 
Ma il capitano disse che gli avrebbe dato una terza possibilità. 
Tuttavia il terzo giorno venne estratto ancora il suo nome. 
Quando i suoi compagni lo stavano per buttare infine nelle
acque ruggenti lui disse: "lasciatemi solo per un po'", 
andò alla poppa della nave e cominciò a cantare una semplice

canzone popolare irlandese ma così bella e armoniosa era la 
sua voce che la sirena ne rimase incantata e mentre lui 
cantava lei assunse un espressione assorta e malinconica 
ed anche il mare si calmò con lei.
Così il marinaio continuò a cantare e a cantare mettendo
nel canto tutta la sua anima finchè la nave giunse 
in America. Ma il marinaio da allora non cantò mai più.

fonte:clicca qui


Leggende sulle sirene e sui tritoni esistono da sempre, le prime rappresentazioni e descrizioni risalgono all’ottavo secolo prima di Cristo. Le sirene hanno il busto di donna e la parte inferiore di pesce e la loro immagine ha da sempre evocato mistero, bellezza ed erotismo tra artisti e scrittori di tutti i tempi.
I Babilonesi adoravano un dio,sorto dalle acque che insegnava le arti e le scienze all’uomo. I Siriani adoravano una dea legata al potere della luna e delle maree: Atargatis. Questa dea che veniva rappresentata come una sirena,venne in seguito trasmutata in un pesce dopo che per la vergogna di aver dato alla luce un figlio umano lo abbandonò e uccise il padre.Sia nella mitologia greca che in quella romana, peraltro molto simili tra loro, abbiamo frequenti descrizione di divinità marine, come ad esempio Poseidone o Nettuno, descritti come metà uomini e metà pesci. Ma anche il noto Omero, nella sua Odissea, parla delle sirene e del loro ammaliante canto.Nella mitologia tedesca, si parla di sirene, Meerfrau, e di Nix e di Nixe, gli abitanti delle acque dolci, creature piuttosto infide con l’uomo che prima veniva ammaliato e poi incontrava la morte per affogamento.Spostandoci più a nord ed esattamente in Irlanda, si ha notizia di sirene, Merrows o Muirruhgach, che vivevano su una terra asciutta che si trovava però sotto il mare che avevano il potere di passare attraverso l’acqua senza affogare. Tra questa popolazione vi erano donne bellissime e uomini, al contrario piuttosto bruttini, con nasi rossi, capelli e denti verdi e un forte debole per il brandy. 

Anche in Scandinavia e in Norvegia si può leggere una ricca mitologia popolata di tritoni e sirene. In Norvegia, poi, le sirene sono descritte come creature spesso crudeli e il loro avvistamento non era ritenuto di buon auspicio.

Nella mitologia russa sono presenti creature marine come il Dio dell’acqua e le sue figlie ma si narra anche di uno spirito maschile dell’acqua, Vodyany, che inseguiva marinai e pescatori e ninfe dal carattere piuttosto maligno che facevano affogare i nuotatori.
I Giapponesi credevano in Ningyo, un pesce con testa umana, mentre in Polinesia il creatore, Vatea, veniva dipinto come mezzo umano e mezzo delfino.

Anche con lo sviluppo della Cristianità le sirene, al contrario di tutti gli altri dei, hanno continuato a vivere, forse perché non erano considerate come una minaccia per i valori cristiani,o forse perché,come sostengono alcuni, la sirena serviva alla cristianità come emblema reale del peccato.Con l’avvento dell’Illuminismo però le sirene vennero definitivamente catalogate nel mondo del fantastico e tutte le testimonianze raccolte e gli avvistamenti di queste creature marine vennero considerate il frutto della fantasia di uomini che erano stati per troppo tempo in mare. La figura della sirena continua comunque ad esistere, specie durante il Romanticismo, e molti sono i casi riportati di avvistamento anche durante il diciannovesimo secolo.In letteratura, e nell’immaginario collettivo la sirena è diventata una metafora per descrivere donne avvenenti e magnetiche nonchè emblema della doppia natura umana divisa tra intelletto e impulso. La modernità, infatti, la ritrae come una creatura desiderosa di guadagnare un’anima per diventare umana perdendo per sempre il suo unico connotato animale la coda e la possibilità di vivere in mare, come narra Hans Andersen.Nel nostro secolo il credere nella possibilità che le sirene esistano o il non crederci affatto sembra non avere più tanta importanza. Ma la sirena attira sempre un certo interesse perchè rimane comunque una creatura misteriosa.

Il rapporto e la considerazione che hanno avuto gli uomini durante i secoli nei sui confronti rispecchia il modo in cui gli stessi uomini hanno guardato al mare.
Il mare come fonte di vita e di bellezza, non vi è nata forse Venere?

Il mare come distesa misteriosa e a volte cattiva in grado di incantare, ammaliare e poi uccidere.Il mare come fonte di vita e di morte ma sempre un mare che continua ad affascinare per la sua bellezza,la sua dolcezza,la sua forza e il mistero che non sembra mai del tutto svelato.

fonte:clicca qui




Alice Video - Avvistata vera sirena ,un video di 

BananaFlambe 






Sirena Real Grabada En Australia






L e   F a t e
Ogni paese, ogni terra del mondo degli uomini
conosce le Fate.
"Piccole creature dall'aria pensosa,sedute sulle rive erbose,piccole creature dagli occhi ammaliatori,
che osservavano stupite mentre i marinai navigano."
I popoli, nel tempo e nei luoghi, le hanno chiamate con nomi diversi, diversi sono stati i poteri a loro attribuiti e tante le leggende che di loro parlano, ma il Piccolo Popolo ed il Mondo di Mezzo sono stati, da sempre, compagni nel cammino dell'umanità.Le Fate non risultano sempre e soltanto legate a zone particolarmente suggestive e misteriose della natura, o ad antichi castelli e rovine, ma anche a semplici abitazioni. Una consolidata tradizione, nota soprattutto nelle regioni del sud, ci conferma infatti che ogni casa possiede una propria Fata, la quale ama manifestarsi in vario modo, proteggendo o aiutando la famiglia perfino con interventi ultraterreni.Questa italica Fata della dimora appare periodicamente in occasione di avvenimenti di rilievo o per salutare coloro che credono o confidano nei suoi benefici poteri, ma si allontana o scompare per sempre quando all'interno della casa si verificano fatti di sangue o di grave violenza.


fata scompare

Da sempre si narra che le fate possano prendere diverse forme, a seconda del luogo e del momento ma non solo, anche a seconda di chi sta loro innanzi. La materia di cui sono fatte è così sensibile e fluida da poter essere plasmata in qualsiasi forma, anche dal pensiero e dal sentimento umano, quindi esse possono assumere un aspetto o l'altro a seconda del preconcetto di chi le sta pensando; se sono immaginate bellissime ed eteree così esse diventano e, viceversa, se l’idea che si ha del loro essere è paurosa esse diventano terrificanti e spaventose.
Nella realtà, esse sono splendide sfere di luce pulsante di vari colori che vanno dal bianco, all'azzurro al violetto con sfumature d’oro e d’argento. Le fate sono emanazioni della forza della natura, ad essa legate, proprio per questo motivo i tipi di fate sono diversi e dipendono dall’elemento da cui traggono origine.

 A seconda della tipologia avremmo dunque: Fate delle aria, dell’acqua, della terra e del fuoco.Alcune di queste isole galleggiano, altre sono sommerse e spuntano in superficie solo di notte, oppure, una volta ogni sette anni. Alcuni marinai passando vicino all'isola di Gresholm, al largo della costa del Galles, hanno scorto i "Verdi Prati dell'Incanto", una terra che si intravede appena sotto la superficie del mare.

Una leggenda racconta di una città sommersa in uno dei numerosi laghi del Galles, alcuni hanno visto torri e spalti merlati sotto la superficie dell'acqua e hanno udito rintocchi di campana. Pare che la città si abitata dalle Fate gallesi che regnano sulle acque, bellissime Fanciulle del Lago che a volte possono sposare un mortale.

Un tempo, tutti i primi dell'anno, in riva a un lago del Galles, si apriva una porticina su una roccia. Era il passaggio segreto per arrivare a un'isoletta in mezzo al lago. 

Qui vi era un giardino abitato dalle Fate che, ai visitatori, rivelavano i loro meravigliosi segreti e li invitavano a rimanere, guai però ad asportare qualsiasi cosa dall'isola.




Un giorno un ospite del giardino magico si mise in tasca un fiore che gli era stato offerto. Ma appena l'uomo appoggiò di nuovo piede nella terra "sconsacrata" il fiore svanì e lui cadde svenuto.
E da quel giorno la porta è rimasta saldamente chiusa.



Gli Elfi 


Il loro antico nome nordico è ALFR e indicava i geni

della mitologia nordica, simbolo delle forze dell'aria, 
del fuoco, della terra e dei fenomeni atmosferici in 
generale. Spiriti capricciosi, gli elfi, talvolta benevoli, 
talvolta malevoli, sono dotati di una terribile potenza.
Gli elfi maschi sono spesso deformi come gli gnomi. 
Le loro compagne, al contrario, sono esseri graziosi.
In origine pare che gli elfi siano stati concepiti come anime
di defunti, poi furono venerati anche come potenze che
favorivano la fecondità. Di qui la distinzione, nella
mitologia nordica, fra Dokkalfar, "elfi delle tenebre",
e Liosalfar, "elfi della luce".Gli Elfi... Un popolo meraviglioso dai tratti sottili, che nostantel'apparenza fragile è è dotato di forza ed agilità... Hanno un grande senso della parità nei confronti di amici ed alleati. Non si fanno comunque molti amici ma non dimenticano mai quelli che hanno;nemmeno i nemici però. Preferiscono stare lontani dagli umani,non gradiscono la compagnia dei nani, e detestano i maligni abitanti dei boschi, Sanno cantare ed amano la poesia,
coraggiosi e mai incoscienti, mangiano poco, bevono vino edidromele, anche se di rado li si vede eccedere nel bere.Amano i gioielli artistici, la magia e le armi. Questi vizi sono iloro unici punti deboli. Gli elfi credono sia utile conoscere il
linguaggio di molte delle creature della foresta. 



Cosa si narra della storia degli elfi? come nascono ?


Iluvatar li fece nascere sotto 

le Stelle, e tra tutte le cose, 
è proprio la luce delle Stelle quella che essi amano di più. Gli Elfi erano immortali e vivevano a lungo quanto la Terra, senza conoscere malattia e pestilenze, ma i loro corpi avevano la stessa sostanza della Terra, e come essa erano passibili di distruzione. Alti quanto gli Uomini, gli Elfi ne erano però più forti di cuore e di membra,e il volgere degli anni e delle Ere portava loro non già vecchiaia, ma altra bellezza e saggezza. Potevano essere uccisi dalle armi o dal dolore,
ma la loro non era che una morte apparente, perche
la loro vita continuava nelle Aule di Mandos, in Valinor,
da dove col tempo possono tornare.Gli Elfi avevano occhi
risplendenti della luce delle 
Stelle che videro alla nascita, capelli d'oro, 
d'argento o neri quanto l'ambra nera; emanavano 
luce, e il suono delle loro voci era puro, dolce
e vario come l'acqua di fonte.La storia di questo
popolo, benedetto da Iluvatar ma, perche 
immortale, destinato alla malinconia e alla tristezza, 
è narrata con particolare affetto da Tolkien nei suoi 
libri.La fine della Terza Eradel mondo segnò la fine 
della permanenza degli Elfi nella Terra di Mezzo, e nella
Quarta Era, quella del Dominio degli Uomini, l'ultimo 

Elfo salpò con l'ultima naveper le Aule di Mandos



 fonte:Clicca qui



I Folletti



Chi sono i folletti?
Il termine folletto, così come l’espressione piccolo popolo ospiritello (per esempio spiritello dei boschi), si riferisce a minuscole creature magiche del folklore, mediterraneo, europeo e nordico.
Il termine deriva per sincretismo linguistico tra i volgari folle, e forse folata, e l’arabo farfar.
Il folletto è un personaggio fantastico della tradizione popolare che vive nelle fiabe e nelle leggende, identificato originariamente con un essere buffo e grottesco, veloce e sfuggente, piccolo e agile, ma anche con una creatura invisibile, un turbine di vento, un misterioso burlone che intreccia le criniere e i capelli.
Abita in tane nei boschi di conifere o presso le case degli uomini, nei cortili e nei granai, esce quasi sempre solo di notte per divertirsi a fare dispetti alle bestie delle stalle e a scompigliare i capelli delle belle donne, a disordinare gli utensili agricoli e gli oggetti delle case e a molestare le persone povere di spirito.
Esistono nel fantastico mondo magico tanti piccoli Popoli. I Folletti sono tra i più noti tra le creature Magiche ma difficilissimi da incontrare. Ciò nonostante quanto capita è davvero un’esperienza unica.
Il folletto può aiutarci a risolvere un problema, se riusciamo a farcelo amico, oppure può diventare. Dispettoso nel caso contrario.
I folletti sono spiriti della natura, gentili con chi li tratta bene, ma dispettosi con chi non riscuote la loro simpatia. Sono d’antichissima origine (li si può trovare nella mitologia greco-romana) e il loro nome deriva dalla radice fol e fl dal latino flare, flatus e starebbe ad indicare il soffio d’aria, forse perché anticamente si pensava che i folletti potessero provocare piccoli vortici di vento e passare dal buco delle serrature. Questa creaturina ha moltissimi nomi che, nella maggior parte delle volte, sono simili alla parola folletto: foetto (in provincia di La Spezia), in Francia viene chiamato follet, a Ginevra viene chiamato foele, a Montreaux foulot; ma i veri conoscitori del popolo fatato sono gli irlandesi e gli scozzesi.
Fonte:clicca qui



 I Folletti sono tra i più noti tra le creature
Magiche ma difficilissimi da incontrare. Ciò nonostante
quanto Capita è davvero un'esperienza unica.
Il folletto può aiutarci a risolvere un problema, se
riusciamo a farcelo amico, oppure può diventare
Dispettoso nel caso contrario... Diversi Folletti ci Sono
Noti e nella pagina in questione conosceremo i
Folletti più in vista... un'avvertimento... se ascoltiamo
il vento e sentiamo come sussurrare tra le foglie, di tanto
in tanto, potrebbero essere loro che ci spiano tra le foglie,
quindi attenzione a non parlare mai male di Loro...
Sono, un popolo meraviglioso
e pacifico che vive intorno a noi... I Folletti Sono Esseri
Piccoli che svaniscono come se fossero fatti di Fumo,
non hanno l'ombra se visti alla luce del Sole e non lasciano 
Tracce sulla terra quando camminano. Molte persone li
scambiano per fuochi Sacri
Ma non sono tutti uguali...
Quali conosciamo?
Primi tra Tutti i...Folletti di mare:
Vestiti di Azzurro, che compaiono nei riflessi delle onde,
cavalcano i Delfini e vivono nascosti sulle navi, e quando
decino di farsi vedere aiutano i marinai, restando in loro
compagnia a bere RHUM e raccontarsi storie di
Naufraghi . Sono in grado di avvistare 

pericoli prima

degli Uomini e aiutano nelle tempeste.









Folletti di bosco:Sono I più comuni e I più facili da incontrare, vestiti con 
pantaloni e casacca verde, stivaletti a mezza gamba e 
cappello con lunga piuma. Molti conoscono Robin Hood,
come un ladro gentiluomo,ma in realtà il suo vero nome è 
Robin Goodfellow. Lo chiamano Hoodf, perchè porta un 

cappuccio, che in ihìnglese si dice appunto " hood". 

I folletti sono molto gelosi del luogo nel quale vivono 
e lo proteggono da persone dannose: spengono il fuoco 
attaccato dai piromani e aiutano gli animali a scappare da 
lacci e trappole. 




Folletti di montagna:
Scolpiscono strani disegni sulle rocce, vivono nelle grotte, 
ma anche nelle baite, aiutano I montanari a fare il formaggio
e badano alle capre. Solitamente questi folletti amano ballare
con le fate sotto I raggi della luna.

Fonte:clicca qui



Gli Unicorni
Noto per la Forza nonostante sia tra gli animali
mitologici tra i più docili. Non Calpesta ne uccide
gli altri esseri viventi ed è capace di saltare anche
ostacoli di notevole entità, anche perchè, laddove
non riesca, con un battito d'ali riesce ad issarsi tra
i cieli più maestoso che mai.
Nel Passato l'unicorno era molto ricercato, perchè
aveva poteri magici; si dice che se una persona in
fin di vita lo toccasse magicamente riprendesse i
sensi e la sua anima veniva tratta in salvo.

L'Unicorno viene citato dalla BIBBIA ( 200 A.C. ) anche se
col tempo alcuni hanno tentato di dimostrare che l'animale
citato era un BUE SELVAGGIO e non un UNICORNO.
Infatti si ritiene che venne mal tradotta la parola in EBRAICO
"REEM" che significa appunto "BUE SELVAGGIO" e non
"UNICORNO".

 tratto da:clicca qui



La figura dell’unicorno, mitico animale dal corpo di cavallo con uno stupendo corno in mezzo alla fronte, è presente in molte culture di ogni tempo… per esempio anche William Shakespeare nel III atto de “La tempesta”, ne parla come un animale incredibile. Del fatto però che anche in tempi di Shakespeare si parlasse di questo animale non ci si deve meravigliare: da sempre l’unicorno è stato una figura molto importante e di prestigio. Non era raro sentire di sovrani che possedevano nelle loro collezioni privare i corni di unicorno, oppure trovare nelle farmacie delle polveri di corno, tradizionalmente incredibilmente potenti come controveleno!
Ma l’atteggiamento degli uomini nei confronti di questa creatura mitica è stato nei secoli molto discordante: basti pensare che mentre alcuni lo annoveravano come un flagello della natura, altri usavano raffigurarlo addirittura nei simboli araldici delle loro famiglie, quasi conferisse importanza e prestigio.
La concezione dell’unicorno nasce fra la Cina e l’India: viene infatti descritto per la prima volta nel Li-Ki come uno dei quattro animali benevoli, insieme al drago, alla fenice e alla tartaruga. Il suo nome originale era K’i-lin, nome  che secondo la tradizione cinese riuniva in principio maschile e quello femminile, ed era raffigurato come un grande cervo con coda di bue e zoccoli di cavallo, armato di un solo corno, dai peli dorsali di cinque colori e da quelli del ventre gialli o bruni: non calpestava erba viva ne uccideva animali viventi, e compariva solamente nel momento in cui venivano al mondo dei regnanti perfetti. In occidente si iniziò in seguito a confondere questo animale mitico con il rinoceronte, al corno del quale da sempre erano attribuite della capacità curative, ma nella tradizione cinese i due animali erano nettamente distinti senza nessun dubbio.
In seguito la figura dell’unicorno si diffuse verso nuovo paesi e la ritroviamo in culture estremamente differenti da quella cinese: in Persia, ad esempio, si parla di un immenso unicorno a tre zampe, che aveva il potere di purificare l’oceano.
Come detto in precedenza, il mito dell’unicorno venne in Occidente molto + tardi, ed è interessante scoprire quali erano stati i canali attraverso i quali la sua figura è riuscita ad arrivare fino a noi e con quale concezione.
Di sicuro molto influente fu la figura di Ctesia, medico, storico e viaggiatore vissuto intorno al VI secolo a.C.: tra le sue opere, egli ne compose una, “Indikà”, dove parlava dell’India: anche se a noi ne sono pervenuti solamente pochi frammenti, abbiamo scoperto delle descrizioni molto interessanti e suggestive, che hanno contribuito a creare intorno a questo paese un alone di mistero: “In India ci sono degli asini selvatici grandi come cavalli e anche di più. Hanno il corpo bianco, la testa rossa e gli occhi blu. Sulla fronte hanno un corno lungo circa un piede e mezzo. La polvere di questo corno macinato si prepara in pozione ed è un antidoto contro i veleni mortali. La base del corno, circa due palmi sopra la fronte, è candida; l'altra estremità è appuntita e di color cremisi; la parte di mezza è nera. Coloro che bevono utilizzando questi corni come coppe, non vanno soggetti, si dice, alle convulsioni o agli attacchi di epilessia. Inoltre sono anche immuni da veleni se, prima o dopo averli ingeriti, bevono vino, acqua o qualsiasi altra cosa da queste coppe. Gli altri asini, sia quelli domestici sia quelli selvatici, nonché tutti gli animali con lo zoccolo indiviso, non hanno né astragalo né fiele, ma questi hanno già sia uno che l' altro. Il loro astragalo, il più bello che io abbia mai visto, è simile a quello del bue come aspetto generale e dimensioni, ma è pesante come piombo e completamente color cinabro”.
I critici della storia antica hanno versato botti di inchiostro nel tentativo di confutare le cose scritte da Ctesia: si sarà fatto condizionare da immagini e dipinti indiani? Si riferiva a un semplice animale molto conosciuto in Persia, l’onagro, una specie di asino al quale aveva dato delle sfumature mitologiche? O magari aveva semplicemente visto un rinoceronte e lo aveva descritto con tanta enfasi da stravolgerlo completamente? O ancora si è confuso con una comunissima antilope tibetana, che ha delle grandi orecchie dritte che viste di profilo potrebbero sembrare un solo corno?
Saltiamo direttamente al III secolo d.C., e più precisamente in Grecia, dove Eliano, un naturalista che ben conosceva il rinoceronte, al punto che nei suoi scritti non viene neanche trattato, parla di ”un animale che viveva all' interno dell' India, ch' era grande come un cavallo, di pelo rossiccio e che gli indigeni lo chiamavano kartazonos. Aveva una corno sulla testa, nero e dotato di anelli; era scontroso, e lottava anche con le femmine della sua specie salvo nel periodo degli amori”.
Inizia così il mito dell’unicorno, animale fantastico e raro, elegante e forte, dotato di poteri misteriosi… con l’andare del tempo divenne una vera e propria preda da inseguire e catturare!
Infatti, nel XII secolo, quando le frontiere dell’Asia profonda cominciarono ad aprirsi all’Europa, si aprì anche una caccia all’unicorno spietata: nessuno si chiedeva più se questa bestia esisteva o meno… si pensava solo a cercarne una che si avvicinasse il più possibile alle descrizioni tradizionali per conquistare fortuna e gloria!
Dopo la scoperta dell' America i sospetti dell'esistenza dell'unicorno si rinvigorirono di nuova forza e specialmente la credenza dell'enorme affinità dell'animale con l'acqua; basti notare che in moltissime rappresentazioni l'unicorno è sempre vicino a questo elemento: sul greto dei fiumi, sulle spiagge, ecc....
Il fatto è che i coloni americani e soprattutto i canadesi ritrovavano nelle loro spiagge lunghi corni che arrivavano fino a 2 metri. Ancora oggi nella baia di Hudson si possono fare tali ritrovamenti, ma ciò che sappiamo in più di allora è che sono il dente di un cetaceo di 6 metri il narvalo! 

Tale animale è simile ad una foca e vive nelle fredde acque dell'Atlantico, raggiunta una certa età come succede per gli uomini anche lui perde i denti.
In un documento apocrifo conosciuto come “Lettera del Prete Gianni”, di metà XII secolo, gli unicorni erano annoverati senza dubbio tra le meraviglie dell' Oriente. E l’illusione di trovarne durò a lungo: anche Marco Polo ne parla nei suoi scritti… ma in realtà anche lui cade nel grandissimo errore di scambiare questi eleganti animali con dei rinoceronti: avvertiva che si trattava di brutte e grosse bestiacce, che nulla avevano a che fare con le mitiche descrizioni del passato! Molti decisero di credere ciecamente alle sue parole… ma allora viene da chiedersi: perché fino al Rinascimento si è continuato a cercare l'unicorno? Evidentemente, perché Marco Polo e i bestiari parlavano due lingue diverse, e il rinoceronte visto dal primo non cancellava affatto la creatura mitologica e fantastica proposta dal secondo. Ed è proprio questo il bello, che rafforza la Nostra idea di proporvi questo Bestiario: la loro forza, infatti, non sta affatto nella credibilità "reale" degli animali proposti, ma nella concezione che non è possibile nemmeno oggi spiegare e comprendere tutto ciò che la natura ci presenta, ogni sua rappresentazione, ogni sua parte e potenzialità! D’altra parte, secoli fa anche la semplice idea che l’uomo potesse volare era ridicola, ma qualcuno ci ha creduto… ed eccoci sulla Luna! Questo allora è l’unicorno… ci crediamo?

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