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mercoledì 10 luglio 2013

Il mito di Agarthi e le sue entrate

Ritorno a parlare del mito di Agarthi, con le sue due entrate principali situate l’una al Polo Nord e l’altra al Polo Sud, secondo le leggende, la Terra Cava non è propriamente ciò che si può definire un «continente», nel senso in cui si intende questo termine quando si parla dell’Africa o dell’Asia.
È piuttosto un insieme di vaste cavità, alcune delle quali superano la superficie di paesi come la Francia o la Germania. Esse sono collegate tra loro e ad un oceano centrale da giganteschi tunnel che contrariamente a quelli che noi abbiamo scavato in superficie, sono splendidamente illuminati e molto gradevoli da attraversare!
Questo «continente», che certuni hanno battezzato  El Dorado, altri Thule, tal altri Shangri-La, altri ancora Agarthi, comprende regioni posizionate sotto l’antica Lemuria. Sono le Americhe, il centro dell’Oceano Atlantico, il sud dell’Italia e il Mar Egeo, l’Africa nord-occidentale, l’Australia, l’India e l’Himalaya, gli stessi poli Nord e Sud.



Un gran numero di ingressi secondari permettono di accedervi attraverso un sistema di gallerie adiacenti ai tunnel della rete principale. Fra queste molteplici entrate, figurano:  quella dei Pirenei che si trova sotto il Picco di Bugarach, ad una quindicina di chilometri a sud-est di Rennes-le-Château, quella di Lhasa, in Tibet, dove esiste un passaggio segreto dopo il Palazzo del Potala,infine quella del Perù, situata sotto il lago Titicaca, dove si trova una camera ermetica dalla quale passano i traccianti magnetici provenienti da diversi pianeti della nostra galassia. La Terra Cava (per approfondire vedere QUI; ndt) fu colonizzata da numerose razze molto prima che il nostro antenato, «l’homo erectus», apparisse sulla superficie in seguito ad un incrocio genetico che coinvolse numerose civiltà extraterrestri. Il «suolo interno» del nostro Pianeta accoglie differenti popoli, tra i quali se ne distinguono alcuni in modo specifico. Uno di questi riguarda i Coloni intergalattici. Essi vengono dalle Pleiadi, dal Centauro e dalla Lyra ma anche da Bouvier (Boote; ndt), dal Cigno, da Orione, dall’Unicorno, da Cassiopea e da altri sistemi abitati della nostra Galassia. 


Vi risiedono anche parecchi gruppi Terrestri, facenti parte di civiltà scomparse o invitati a raggiungere la Terra Cava per il loro grande progresso spirituale in rapporto a quello delle popolazioni residenti in superficie.
La sua origine si perde nella notte dei tempi. Pensate, c’è chi sostiene che qui siano rifugiati i superstiti di Atlantide e di Mu. Altri addirittura, affermano che anche i misteriosi Etruschi abbiano trovato rifugio in questo regno, oltre a diverse razze aliene. Ma andiamo con ordine, cerchiamo di fare luce su questo mistero che da secoli appassiona molti di noi.
Questo antico quanto misterioso regno, si dice sia situato all’interno della Terra, e che dunque, la Terra stessa sarebbe cava. Avrebbe anche la sua capitale dal nome SHAMBALLA, situata a diverse centinaia di chilometri di profondità, sotto le montagne del Tibet. Tale regno sarebbe formato da un’innumerevole rete di grossi cunicoli, che praticamente collegherebbe tutto il globo terrestre.
Dalle cronache e dai racconti, pare si acceda attraverso degli “ingressi” estremamente ben nascosti e protetti; questi “ingressi” sono detti anche “porte spazio-temporali”.
Tali accessi sono difficilissimi da identificare, perché quasi a nessuno è concesso varcarli.



Nel 1927 apparve un saggio intitolato "Il Re del Mondo", scritto dall’esoterista francese Renè Guenon. In questo saggio l’autore, elencando miti, tradizioni, leggende e misteriose allusioni contenute nelle dottrine segrete, dimostrava l’esistenza di Agharti, della quale già aveva parlato con dovizia di particolari l’avventuriero polacco Ferdinand Antoni Ossendowski. Altre opere, di altri autori, si aggiunsero via via per opera di iniziati che pretendevano di conoscere la verità sul Regno Sotterraneo, o di esploratori che, influenzati dal gran parlare che si faceva di Agharti, pretesero di averne individuato gli ingressi segreti in India, in Nepal, nel Borneo, nelle Montagne Rocciose. Secondo alcuni autori gli ingressi di Agharti sono disseminati in tutto il mondo e sono celati nelle regioni più impervie, nei crepacci più profondi ma anche su certe cime inaccessibili e nei punti più profondi del mare.

helena petrovna blavatsky
La fondatrice della Società Teosofica,  Helena Petrovna Blavatsky chiamava Agharti, la "Loggia Bianca" e la situava su un’isola dove, in tempi remotissimi, erano atterrati i "Signori della Fiamma", semi déi provenienti da Venere.
Ma per la maggior parte degli "storici" del Regno di Sotto, il cuore di Agharti avrebbe sede sotto l’Asia Centrale, nel territorio che va dal deserto del Gobi alle montagne del Tibet e del Nepal e,attraverso una ramificazione impressionante di caverne, esso si estenderebbe sotto tutto il mondo.


La capitale di Agharti è Shambhalla, la "Città di Smeraldo", spesso citata anche dai viaggiatori medievali e ricercata invano dall’esploratore svedese Sven Hedin. A Shambhalla risiedono il Re del Mondo e il Consiglio formato dai Superiori Sconosciuti. Questo consiglio è formato da dodici Savi , che sono degli Iniziati ai gradi più alti della conoscenza i quali, insieme al Re del Mondo, governano gli esseri umani
, segretamente ma efficacemente, in un eterno gioco di scacchi contro il Male. Per la maggior parte degli iniziati a Shambhalla risiedono anche i saggi Guru e gli spiriti Pandita .
   
Agharti esiste, simultaneamente,su due piani: quello fisico e quello mistico, ma in entrambi questi piani solo pochissimi illuminati (Arhat) hanno la possibilità di esservi ammessi. Può accadere di imbattersi casualmente in uno degli ingressi al Regno Sotterraneo ma, se si dovesse entrarvi, ci si perderebbe irrimediabilmente nei meandri sconfinati che perforano il sottosuolo, oppure, se anche si riuscisse a trovare una via d’uscita, non si ricorderebbe nulla di ciò che si è visto o appreso. Perlopiù, in ogni modo, accedere ad Agharti è impossibile perché i suoi abitanti, per non permettere l’ingresso al Male, avrebbero predisposto una protezione invalicabile, costituita da speciali vibrazioni che offuscano le facoltà mentali e rendono invisibili le porte del Regno.
Tutti coloro che hanno parlato di Agharti e del suo segreto dominio sull’Umanità sono d’accordo nell’affermare che i grandi moti, quelli che cambiano la Storia, sono determinati dal Re del Mondo e dai suoi Dodici Savi. Egli conosce tutti i pensieri ed i disegni di ogni uomo, segnatamente di coloro che hanno influenza sul destino dei popoli e, se questi somigliano al volere di Dio, li asseconda oppure li stronca. I Templari Confederati di Agharti, in caso di rischio di disfatta contro le forze del Male, sono in grado di far esplodere tutta la superficie del globo, trasformando la Terra in un deserto, ma potrebbero anche far sprofondare i continenti e ridurre il mondo ad un’unica palla liquida. Gli abitanti della Terra sono costantemente tenuti d’occhio da quelli di Agharti, che sono in grado di volare, invisibili, fra noi. A riprova di questo sono indicate le misteriose iscrizioni scolpite nella roccia sulle vette più inaccessibili, e quelle scanalature misteriose, come segni di ruote di carri, che, si dice, sono state lasciate dagli aghartiani in perlustrazione.

I reietti di Agharti

Nessuno è mai potuto andare ad Agharti, tornarne e vantarsene, ma esiste un popolo, fra noi, che un tempo è nato e vissuto ad Agharti: gli Zingari. Un tempo essi nacquero e vissero nel Regno Sotterraneo, ne erano cittadini a pieno diritto. Ma, un giorno, commisero qualche cosa che ad Agharti fu considerato un crimine imperdonabile. Non sappiamo cosa fosse, dato che ad Agharti non esistono Leggi, né Polizia e che è la Coscienza del male fatto l’unica punizione di chi sbaglia. Doveva trattarsi di un crimine davvero enorme. Sta di fatto che questi cittadini rinnegati furono cacciati da Agharti, divenendo Zingari, un popolo che vagabonda, incessantemente. C’è chi dice che, senza più ricordare, essi cerchino gli ingressi di Agharti e che, secondo la maledizione di cui sono vittime, solo quando avranno trovato l’ingresso e ricorderanno, potranno tornare a casa, perdonati. Una prova dell’origine aghartiana degli Zingari sarebbe la loro familiarità con l’occulto, la loro capacità di predire il futuro e di leggere la mano.

Gli abitanti di Agharti si esprimono in Vatannan , il linguaggio sacro da cui deriva la primitiva lingua Indo-europea, e vivono in edifici di luce materializzata, simili alle astronavi di Incontri ravvicinati del Terzo Tipo. Saint-Yves d’Alveydre spiega che nel Regno Sotterraneo non esistono carceri né polizia: chi commette un crimine è punito dalla coscienza di averlo commesso.
Nei templi di Agharti si trovano oggetti dagli straordinari poteri – tra cui, forse, il Graal - e immense biblioteche analoghe a quella di Babele descritta da Jorge Luis Borges. In una di esse è conservato l’originale delle “Stanze di Dzyan”, il testo che racconta le vere origini dell’universo. È impossibile portare libri fuori da Agharti: chi ne esce deve contare soltanto sulla propria memoria.
Ad Agharti – scrive Ossendowski – la scienza si è sviluppata indisturbata; poiché nulla, laggiù, è minacciato di distruzione, il popolo sotterraneo – che ora conta milioni di anime -ha raggiunto il più alto grado di conoscenza. A bordo deiVimana, essi volano per le anguste spaccature all’interno del globo, e a volte anche all’esterno. Su vette mai calcate da piede umano, si possono trovare iscrizioni scolpite nella roccia e solchi di ruote lasciate dagli Aghartiani in perlustrazione. Forse i misteriosi 
UFO sono proprio i loro veicoli.


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