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sabato 9 febbraio 2013

La Dura legge del Karma




È urgente e necessario sapere che così come esistono in questo piano fisico o terza dimensione, diversi tipi di legge che dobbiamo rispettare, tribunali e giudici che si incaricano di vegliare affinché si rispettino le leggi e castigare colui che le viola, lo stesso troviamo nella quinta dimensione della natura nella costellazione della bilancia, il tribunale della giustizia divina, incaricato di amministrare il Karma e il Dharma dell'umanità, ed indicarci attraverso i messaggeri divini, la linea di condotta che dobbiamo osservare per equilibrare la nostra bilancia interiore, così come i requisiti che dobbiamo soddisfare per raggiungere la realizzazione o perfezione, che è la ragione fondamentale per la quale ci troviamo sul pianeta terra.
Tutti nella nostra attuale esistenza, stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato nelle nostre vite anteriori e allo stesso tempo stiamo seminando quello che raccoglieremo nella prossima vita.
Mai comprendiamo questo, ed è così che l'umanità, non potrà scappare da questa catena di conseguenze, giacché mai sappiamo il perché delle nostre sofferenze.

I primi Buddhisti insegnavano che l’essere vivente può nascere in uno dei cinque livelli dell’esistenza:
1) gli abitanti dell’inferno,
2) le creature animali,
3) i fantasmi,
4) gli esseri umani e
5) gli esseri celesti.

Come nell’induismo ortodosso, desiderio e karma determinano la selezione, e il processo continua a ripetersi finché l’essere o “si dissolve”, oppure raggiunge la Buddhità ed entra nel sunyata, “il grande vuoto”. Solo pochi aspiranti molto determinati raggiungono tale perfezione. Per la maggior parte di loro le discipline sono troppo severe e i piaceri del mondo troppo seducenti, con il risultato che la maggior parte degli esseri viventi cade nelle specie animali. Quindi, dicono i Buddhisti, le altre specie sono più popolate del genere umano. L’idea della rinascita nel Buddhismo Mahayana è simbolizzata dal suo emblematico Bhava-Cakra, “la Ruota della Legge”, raffigurata da un magnifico affresco nel Monastero Tashi’ding del Sikkim.
La ruota è divisa in sei sezioni che rappresentano i sei stati dell’esistenza.
La parte superiore della ruota è divisa in tre:
1) la prima per i loka, residenza celeste degli dei;
2) la seconda per i deva, o esseri celesti;
3) la terza per il genere umano.


Le tre sezioni sottostanti rappresentano
4) lo stato d’esistenza degli animali,
5) la dimora dei fantasmi, e

6) naraka, ossia l’esistenza infernale.




Quando una persona semina disgrazie, causando danno ad altri, di fatto le stesse disgrazie andrà a raccogliere. Questa è la legge del Karma.
La legge del karma è quella legge che adatta saggiamente ed intelligentemente l'effetto e la sua causa. Tutto il bene ed il male che abbiamo fatto in una vita, ci porterà conseguenze buone o cattive per questa o la prossime esistenze.
Non dobbiamo dimenticare i proverbi Cristiani: "colui che semina fulmini, raccoglie tempeste"; "con il bastone con cui misuri sarai misurato e con vantaggio", "occhio per occhio e dente per dente", "colui che di ferro uccide di ferro muore".La legge del Karma regge tutto il creato, ed è una legge immodificabile. Questa si conosce come "Giustizia celestiale". Colui che viola una legge crea dolore per se stesso. Nella gnosi, la rappresentiamo con una bilancia. Il piatto destro corrisponde alle buone opere e si chiama Darma. Il piatto sinistro corrisponde alle cattive opere e si chiama karma. Questa legge si conosce anche come la legge di azione e conseguenza o causa ed effetto.La legge del Karma ci controlla e vigila in ogni momento e per questo qualsiasi atto buono o cattivo delle nostre vite ha le sue conseguenze. Tutto il male che facciamo dobbiamo pagarlo e tutto il bene che facciamo ci sarà ricompensato. Dio ci diede il libero arbitrio e possiamo fare quello che vogliamo, però dobbiamo rendere conto di tutti i nostri atti di fronte alla Giustizia Divina.
Quando uno viene a questo mondo porta il suo destino e per questo alcuni nascono tra cuscini di piume ed altri nella disgrazia. Se nella nostra esistenza feriamo, adesso ci feriscono, se uccidiamo adesso ci uccidono, se rubiamo, ora ci rubano e così, "con il bastone che misuriamo adesso ci misurano e con interessi. Ogni persona è scritta nel libro del Karma che si trova nel palazzo della Giustizia Divina.

Questo palazzo si trova nella 5 a dimensione della natura, è diretta dal Maestro Anubis e dai 42 Giudici della legge. È possibile comprovare questo che stiamo affermando, e per farlo la persona dovrà imparare ad uscire in corpo astrale coscientemente.

Comprendere integralmente la Legge del Karma è indispensabile per orientare la nave della nostra esistenza in una forma positiva ed edificante. Il Karma è una legge di compensazione e non di vendetta.
Il karma è una medicina che ci somministrano per il nostro bene; disgraziatamente, la gente anziché inchinarsi con reverenza davanti all'eterno Dio vivente, protestano e/o bestemmiano, giustificano se stessi, si discolpano e si lavano le mani come Pilato (Bibbia Cristiana).
Quando protestiamo non ci modificano il Karma, se non che si trasforma più duro e più severo. Pretendiamo fedeltà dal coniuge quando siamo stati adulteri in questa o in vite precedenti. Chiediamo amore quando siamo stati spietati o crudeli; chiediamo comprensione quando non abbiamo mai dato comprensione a nessuno.
Aneliamo felicità intense quando siamo stati l'origine di molte disgrazie. Avremmo voluto nascere in un luogo bello e con molte comodità, quando nelle vite anteriori non sapemmo fare una famiglia.
Vogliamo che i nostri figli ci obbediscano, quando mai sapemmo ubbidire ai nostri genitori. Ci disturba terribilmente che ci calunnino, quando siamo stati sempre calunniatori, ed abbiamo riempito di dolore il mondo.
È dire pretendiamo quello che non abbiamo dato… È possibile che in vite anteriori fossimo malvagi e crudeli, per questo meritiamo il peggio, però supponiamo che ci debbano dare il meglio.
Quando la Legge Cosmica va' a percepire ad una persona un Karma, prima la sottomette ad un giudizio interno. Se ha Dharma, ovvero se ha fatto buone opere, non soffre nessun patimento, altrimenti, se non ha capitale cosmico, paga con dolore.
Normalmente le persone hanno sogni che gli annunciano quello che gli succederà; per esempio; sognare che la polizia ci mette in carcere, vederci nudi, inzupparci nella pioggia, ecc.. Per maggior informazione visita la nostra sezione: Il significato dei sogni.
Generalmente, quando la Legge ci chiede la riscossione, sempre pensiamo che siamo innocenti, che non dobbiamo nulla. C'è anche qualcuno che maledice contro la giustizia qualificandola come ingiustizia.
Però sempre dobbiamo ricordare che la Legge a nessuno da quello che non si merita, ad ogni uno dà secondo le sue opere. Adesso il lettore capirà perché le carceri sono piene di "innocenti", persone che in questa vita non hanno fatto nulla, però che in vite precedenti commisero delitti gravissimi.
Ripetiamo: la Legge di Dio a nessuno dà quello che non si merita, ad ognuno dà secondo le sue opere…Ci sono alcuni che nascono in cuscini di piume con tutte le comodità per prepararsi intellettualmente e conducono stili di vita, per molti invidiabili, altri non hanno la stessa sorte, però nemmeno soffrono sul piano economico. Sebbene ci sono altri che soffrono spaventosamente e devono mendicare per sopravvivere. Ci sono milionari che soffrono mali incurabili e non possono mangiare quello che gli provoca, un ulcera o un'altra dolenzia.
Ci sono molti poveri che hanno una salute formidabile. La Legge riscuote da ogni uno secondo le sue mancanze. La Giustizia Cosmica la possiamo comparare ad una grande banca.
Qui nel piano fisico, se noi abbiamo un conto bancario e depositiamo costantemente (questo è equivalente a fare buone opere), il nostro saldo aumenterà. Se giriamo un assegno (è equivalente a pagare o guadagnare un Karma), è logico che lo pagheranno.

Se ritiriamo maggior denaro ogni giorno (violando la Legge di Dio), il nostro conto diminuisce fino ad andare in "rosso"; in questo momento cominciamo a patire, a pagare con dolore il dolore che abbiamo causato.

Se abbiamo cattive azioni o Karma, significa che abbiamo consumato il nostro capitale cosmico, se depositiamo, ossia, facciamo buone azioni con i nostri simili, guadagneremo Dharma ed usciamo bene nei nostri affari davanti al tribunale Cosmico. Il risultato è felicità, salute e successo nelle nostre vite.


                    IL DHARMA     
    
           
           


Lo studio del Dharma dovrebbe precedere ogni altro tipo di ricerca. Direi giustamente! Basti vedere cosa accade nella nostra società, dove non è così, per capire che, in fondo, senza Dharma, si è costretti a vivere nell’infelicità, nella sfiducia reciproca e nell’insicurezza.
La parola Dharma, e qui pare che tutti gli studiosi siano d’accordo, deriva dalla parola indoeuropea DHR che significa “sostenere, mantenere in essere e qualche volta formare”.
Il Dharma è dunque sia qualche cosa di fisso, stabile, saldo come nel Sanatana Dharma (l’eterna regola), sia la forma delle cose, la loro stessa natura, ciò che le fa essere così come sono e non altrimenti.
E’ in base al Dharma che i corpi celesti seguono il loro corso. Il Dharma è la qualità della manifestazione così come la fragranza è un Dharma del fiore.
Il Dharma tuttavia, analizzandolo da un punto di vista a noi più vicino, è legge della natura, ordine sia del cosmo che della vita personale poiché detta le norme del comportamento individuale.
Vivere seguendo il Dharma, il proprio Dharma che è nella coscienza di ognuno, significa andare verso la nostra vera natura, e portare questa in armonia con il Sanatana Dharma (o Dharma universale) è l’essenza stessa della spititualità
Dal punto di vista pratico e umano, il Dharma diventa come un codice di norme, come quello costituito dagli Yama dello Yoga che intendono assicurare sia l’equilibrata coesione sociale, sia la propria salute spirituale.
Gli Yama sono cinque:
-Ahimsa - non violenza, prima norma etica, prescrizione che si deve osservare e realizzare per poter proseguire lungo la via della realizzazione.
-Satya - veracità. Consiste nella coerenza di parole pensieri ed azioni.
-Asteya - astensione dal furto, dal prendere cioè ciò che non ci appartiene ma anche sopprimere in sé addirittura il desiderio di tale appropriazione.
-Brahmacarya - controllo dell’istintualità, castità: primo passo dell’itinerario ascetico.
-Aparigraha - non avidità, non possesso.
Non tentare di seguire il Dharma significa essere nell’Avidya (parola sanscrita tradotta normalmente con ignoranza). Ma Avidya (come si legge nell’Enciclopedia dello Yoga) è mancata adesione alla verità e quindi mancata adesione a Dio e ciò comporta conseguenze disastrose come ben testimoniato, per esempio nella cultura indù, dagli Ithiasa: Il Mahabharata e il Ramayana, poemi epici antichissimi che assumono grande importanza per chi è alla ricerca di norme comportamentali che si armonizzino con il divino.
Dharma è pertanto un termine sanscrito che riunisce in sé i significati di legge divina ed eterna, dovere religioso e morale, virtù, dottrina vera, giustizia.
Concludo, inoltre, sottolineando che nell’ambito di un contesto sociale evoluto ognuno è meritevole di rispetto proprio perché parte dell’Ente infinito. Ancor più i nemici che, tra l’altro, sono i nostri migliori maestri in quanto cercano di colpirci dove siamo deboli illuminandoci in tal senso.
Affermo che una qualificata società del terzo millennio (se è vero che vogliamo essere migliori) deve essere basata sul rispetto, sulla presa di coscienza della diversità come espressione dell’infinito e dell’esperienza interiore dell’unità. L’esperienza del particolare che si offre all’universale nell’insorgere di una nuova coscienza e si nutre con la luce della verità più oggettiva possibile, bruciando nella fiamma dell’amore.
Una qualificata società del terzo millennio deve tornare a sperare, credere ed avere fiducia nelle realizzazione dei suoi migliori ideali, nutrendosi con la gioia di appartenere a questa manifestazione e lavorare ad un progetto unificante di fratellanza.
Solo così si potrà sperare nell’esperienza dell’”Uno” quella che i laici chiamano esperienza universale ed i mistici esperienza di Dio. 

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