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lunedì 11 febbraio 2013

Come Funziona Il sonno?


IL SONNO 


Cos'è che ci fa dormire? 
Tutti gli esseri viventi possiedono dei cicli che hanno lo scopo di sincronizzare le loro funzioni biologiche con il periodo di rotazione della terra (24 ore). Anche l'uomo possiede questi orologi interni e uno di questi è il ritmo "sonno-veglia" che si regola su quello naturale terrestre del ritmo "notte-giorno". Questo ciclo circadiano (cioè che ha un ciclo di 1 giorno) modifica i livelli di vigilanza degli uomini entro l'arco di tempo di 24 ore; ma non solo, influenza anche la temperatura, le secrezioni ormonali, le variazione del volume del sangue, ecc... Tutto questo meccanismo viene regolato da un piccolo numero di cellule (poche decine di migliaia) situate nella zona dell'ipotalamo. Il dormire comporta l'attivazione di numerosi centri cerebrali che regolano il passaggio degli impulsi nervosi, quindi si può affermare che mentre si dorme il cervello non riposa o lavora di meno, ma semplicemente lavora in maniera differente, comunque allo stesso modo attiva e complessa. Come avviene l'addormentamento?

Semplificando, attraverso due sistemi. Il nucleo soprachiasmatico (situato nell'ipotalamo), in corrispondenza di una variazione della luce percepita dagli occhi, stimola la produzione di alcuni ormoni che, insieme ad altri segnali, mettono in moto i meccanismi dell'addormentamento. Un'altra leva è il debito di sonno accumulato: più è lungo il tempo dell'ultimo sonno, più un soggetto prova sonnolenza e desiderio di dormire. Si è ipotizzato, a tal proposito, che il cervello durante la veglia accumuli delle sostanze chimiche che portino, col passare delle ore, un effetto soporifero.


I meccanismi dell'addormentamento
Stimolato l'ipotalamo, parte un flusso di segnali verso il tronco (una parte primitiva del cervello che presiede alcune funzioni della sopravvivenza: respirazione, sesso, fame, ecc..). Dal tronco successivamente vengono inviati due segnali rivolti, uno alla zona che presiede lo stato di veglia, l'altro al talamo. Il talamo ha la funzione di modulare il passaggio di informazioni da e per la corteccia cerebrale (che è quel sottile strato esterno del cervello che presiede alle funzioni "nobili": linguaggio, logica, immaginazione, ecc...). Il talamo in fase di addormentamento riduce i segnali tra il resto del cervello (e del corpo) con la corteccia cerebrale.

Con questo accendere e spegnere alcuni interruttori, il cervello si ritrova in una nuova situazione, dove i centri della veglia sono bloccati e le comunicazioni con l'interno ed esterno dell'organismo sono attenuate. A questo punto ci si addormenta.
Questo meccanismo è abbastanza delicato e basta poco per disturbarlo portando così ad allungare i tempi di entrata nel sonno. Basti pensare come sia difficile addormentarsi quando siamo ansiosi, oppure quando abbiamo sete, fame, freddo, caldo o sentiamo dei rumori fastidiosi.



Fasi del sonno
Durante il sonno il cervello attraversa varie fasi che si ripetono ciclicamente. Attraverso dei macchinari: EEG (elettroencefalogramma) che rileva le onde cerebrali, EOG (elettroculogramma) che analizza i movimenti oculari, EMG (elettromiogramma) che misura la tensione muscolare, si possono identificare le varie fasi che attraversa il sognatore durante il sonno. Vediamo in dettaglio queste cinque fasi: 

- Stadio W: 
Il soggetto è disteso nel letto, rilassato ma ancora vigile e si sta preparando ad addormentarsi. L'EEG registra in questo periodo onde Alfa mentre l'EOG mostra qualche isolato movimento oculare, l'EMG indica invece un moderato grado di tensione. Generalmente in questa fase di veglia si hanno vivaci fantasticherie.

- Stadio 1:
E' uno stato molto leggero di sonno, caratterizzato da una variazione dell'EEG in cui le onde da Alfa vengono gradualmente sostituite da quelle a frequenza più bassa. L'EOG in questo caso rileva lenti movimenti oculari e l'EMG si comporta come nello Stadio W. Essere svegliati in questa fase porta a ricordare delle immagini "ipnagogiche" anche molto vivide e bizzarre. Lo Stadio 1 dura pochi minuti e quando si ha un altro cambiamento dell'EEG si entra nell'altro Stadio...

- Stadio 2:
L'EEG inizia a rilevare onde lente, di ampiezza relativamente alta (complessi K) e onde di 12-14 Hz (fusi del sonno). L'EOG indica in genere piccoli e scarsi movimenti oculari e l'EMG rileva un tono muscolare più attenuato. In questa fase si hanno dei sogni meno bizzarri del primo Stadio ma anche molto lunghi.

- Stadio 3:
Quando almeno il 20% dell'EEG è occupato dalle onde Delta (onde di grande ampiezza di 1-2 Hz) si entra nel terzo Stadio.

- Stadio 4:
Se più del 50% dell'EEG è occupato dale onde Delta si ha il quarto Stadio, il più profondo. Durante gli Stadi 3 e 4 l'EOG non mostra movimenti oculari, mentre l'EMG rileva tono muscolare basso anche se può tendere ad aumentare notevolmente. Generalmente il ricordo dei sogni, in caso di risveglio dopo questo stadio, è scarso e frammentato.

- Sonno REM:
Dopo circa un'ora e mezza, la progressione degli stadi del sonno si rovescia e si ritorna, passando dallo Stadio 4-3 e 2, allo Stadio 1. Da qui l'EEG rileva un'altra attività, il sonno REM (Rapid Eye Movements), dominato da movimenti oculari sempre via via più veloci e da un tono muscolare praticamente assente. La fase REM viene chiamata anche del "sonno attivo", in contrasto con il "sonno tranquillo" delle fasi NREM (= Stadio dal 1 al 4). Svegliando un sognatore nella fase REM si rilevano sogni vivaci e particolareggiati. Il sonno REM è caratterizzato da una certa attività cerebrale simile alla veglia, il cuore tende a battere più forte e la respirazione si fa irregolare. Terminato il periodo REM si ritorna a seguire le fasi del sonno dallo Stadio 1 in poi...I periodi di sonno REM si ripetono in media 4 o 5 volte durante la notte, aumentando la loro lunghezza da 5/15 minuti (all'inizio del sonno) ad oltre 60 minuti (nella parte finale del sonno). 


Varia di conseguenza anche il tempo che intercorre tra un sonno REM e l'atro: da 90 a 20 minuti. Con il trascorrere dei cicli di sonno, gli Stadio 3 e 4 tendono a diminuire, fino a scomparire a notte fonda. Rimangono così solo lo Stadio 2 e il sonno REM. Come si nota il 50% del periodo di sogno si concentra soprattutto nelle ultime due ore di sonno; dormendo un'ora in più del dovuto si sognerà quasi per tutto il periodo in aggiunta. 





I SOGNI




Ogni notte quasi 6 miliardi di persone sulla Terra sognano per più di un'ora, costruendo miliardi di sogni. Ma perché sogniamo così tanto? E che significato hanno i sogni? Dal momento che non se ne sa granché, è questo un campo in cui ognuno può ipotizzare quello che vuole.Nel 1861 un francese, Alfred Maury, avanzò l'ipotesi che i sogni fossero provocati da stimoli esterni. Giunse a questa conclusione in seguito a un curioso incidente che gli capitò una notte. Stava sognando di essere ghigliottinato durante la Rivoluzione francese. Quando sentì la lama staccargli la testa, si svegliò pieno di terrore: si accorse che la testiera del letto gli era caduta sul collo. Da ciò, Maury concluse che tutto il sogno si era svolto tra la caduta della testiera e il risveglio, e che quindi tutta la storia e le scene di prigione fossero passate in un lampo, create da quella sensazione. In realtà, gli studi più recenti hanno potuto dimostrare che la maggior parte dei sogni occupa un tempo reale.Ai primi del novecento, enorme scalpore fecero le teorie di Sigmund Freud, il quale sosteneva che "Il sogno è la strada maestra verso l'inconscio". Con ciò intendeva dire che, considerato che durante il sonno la mente cosciente non è attiva, tutte quelle sensazioni, pensieri, idee disturbanti che cerchiamo di evitare quando siamo svegli spuntano fuori mentre stiamo sognando. Inoltre, anche durante il sogno noi ci difenderemmo dai nostri pensieri, facendoli diventare frequentemente delle idee fantastiche. Queste immagini costituirebbero i nostri sogni, interpretabili esclusivamente attraverso l'analisi di uno psicanalista. Il problema, però, è che se si cerca un significato in immagini fantasiose come quelle dei sogni lo si può sicuramente trovare, ma non c'è nessuna certezza che sia poi quello giusto.Una teoria contrapposta a quella freudiana è quella del neurofisiologo Robert W. McCarley, il quale suggerisce che i sogni non indichino un processo di mascheramento bensì di attivazione: questo spiegherebbe perché molti sogni riportano un'attività eccessiva come il correre, lo scalare e così via.
C'è poi un'altra teoria che propone che il sogno sia un modo di elaborare le informazioni nascoste durante le esperienze quotidiane. Durante la giornata molti eventi ci colpiscono ma noi ne prendiamo in considerazione soltanto una piccola parte. Nonostante ciò molte di queste informazioni sono importanti e per questo sono mantenute in un sistema di memoria per riemergere quando cadiamo addormentati. Secondo questa teoria, dunque, noi abbiamo bisogno di sognare per classificare gli eventi e risolvere dei problemi che si sono posti durante la giornata.Vicina a questa teoria è l'ipotesi delle "reti neurali", intese come complessi gruppi di cellule nervose che lavorano insieme per registrare le associazioni tra cose ed eventi. Ogni rete è in grado di ricordare una gran quantità di eventi contemporaneamente; man mano che aumenta il numero di cose da ricordare, però, tutti questi elementi si mescolano e ciò potrebbe portare a confusioni terribili se non, addirittura, a vere e proprie allucinazioni. C'è dunque bisogno di fare ordine e pulizia tra tutte queste immagini e la teoria delle reti neurali sostiene che ciò avviene di notte. Con i sogni le reti vengono inondate di impulsi nervosi che portano via tutti i ricordi più deboli, lasciando solo quelli più forti per il giorno seguente, permettendo così alla rete pulita di continuare a imparare. In altre parole, la funzione del sogno secondo questa teoria sarebbe quella di liberarsi dei ricordi che non servono, e quello che vediamo nei sogni, dunque, non sarebbe altro che la "spazzatura" che il nostro cervello sta buttando via.


Le cinque caratteristiche dei sogni. 

Anche se può sembrare strano l'attività onirica è stata paragonata ad alcune malattie psichiatriche, tipo la schizofrenia e la demenza organica. Nel sogno si possono identificare cinque aspetti caratterizzanti: 


allucinazione visiva e motoria, accettazione delirante di determinate esperienze come reali, distorsione spaziale e temporale, intense emozioni, amnesia della produzione onirica. 



Le immagini che nascono durante i sogni non sono formate da informazioni sensoriali provenienti dall'esterno, ma da vivide allucinazioni soprattutto visive ed uditive: il soggetto vede e sente cose che non esistono. Ma non solo, questi segnali interni spesso sono organizzati in storie molto fantastiche ed incongruenti, ma il soggetto le percepisce come reali e logiche. Un sorta di delirio quindi, in cui fatti strani e bizzarri vengono ugualmente considerati veritieri anche se l'evidenza porta questi fenomeni fuori dall'ordinario. Nel sogno si avverte anche un'intensificazione delle emozioni tale da sfociare nel sentimento di angoscia, sorpresa, paura o euforia. 
Questo avviene perché vengono attivati i centri emotivi che si trovano del tronco cerebrale. I ricordi dei sogni sono spesso labili perché essi vengono memorizzati temporaneamente nel sistema molto fragile della memoria a breve termine, solo svegliandosi si ha la possibilità d'imprimere i ricordi onirici dentro una memoria più stabile e duratura.


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