Di origine
polacca George Adamski fu uno dei primi americani ad affermare di avere
contatti con gli extraterrestri, altre persone come Adamski hanno affermato di
aver avuto incontri con alieni o extratterestri, queste persone presero il nome
di "contattisti".
Nella zona
in cui abitava George Adamski, Palomar Gardens, vi erano frequenti avvistamenti Ufo e questa sua passione per gli Ufo lo spinse a
cercare un "contatto" con loro recandosi di persona sui luoghi dove
erano stati segnalati avvistamenti.
Egli
ritiene di aver avuto nel novembre 1952 un "contatto", un incontro ravvicinato, con un
extratterestre nel deserto californiano Desert Center descritto come un alieno molto bello e biondo proprio uguale ad un umano
proveniente dal pianeta Venere che
si faceva chiamare Orthon che comunicava con Adamski
telepaticamente e gesticolando.Orthon era un pledaiano? Sei testimoni si trovavano sul posto con
Adamski a distanza di un chilometro circa assistendo al contatto tramite
binocoli.
Adamski
avrebbe scattato delle fotografie il 13 dicembre 1952 alla navicella descritta come una grande astronave a forma di sigaro che l'alieno utilizzava come mezzo
di trasporto.
Negli anni
'50 afferma di aver viaggiato nello spazio con gli alieni su di un'astronave
madre ed avrebbe fotografato l'interno delle loro astronavi e ne avrebbe
filmata una a Maryland, davanti alla testimone Madeleine Rodeffer, impiegata governativa, in seguito avrebbe
parlato con gli alieni che avrebbero rivelato ad Adamski l'origine
dell'umanità, gli umani sarebbero discendenti di una popolazione aliena ma
relegati sulla terra.
Adamski
afferma di aver visitato i pianeti Marte e Venere e di aver parlato con le persone a lui care defunte.
Avrebbe
incontrato Papa Giovanni
XIII in punto di morte, due giorni
prima della sua scomparsa ed avrebbe ricevuto una medaglia d'oro del Vaticano di grande valore dalle stesse mani del Papa morente.
Egli ha
partecipato a numerose conferenze ed ha scritto numerosi libri sulla sua
esperienza.Nel libroFlying Saucers
Have Landed, con la collaborazione di Desmond Leslie, noto ricercatore, descrive la sua esperi
PROVE CONTRO E PROVE A SOSTEGNO
L'organismo civile americano per lo
studio degli UFO, NICAP (National Investigations Committee on Aerial Phenomena)
di Washington, non ha dato mai alcun credito a quanti hanno affermato di essere
entrati in contatto con presunti extraterrestri.
Nel classico "The UFO Evidence" leggiamo a proposito delle
foto adamskiane:
«A causa dei trascorsi del sig. Adamski, sedicente professore di
filosofia mistica orientale (la cui validità gli sarebbe stata in seguito
confermata dai suoi "extraterrestri") e per almeno una sua
affermazione dimostratasi del tutto falsa in seguito alle indagini del NICAP,
le sue fotografie sono considerate dubbie».
Fra i detrattori di Adamski:
Lo scrittore Frank Edwards, che identificò il "ricognitore
venusiano" di Adamski, nella "parte superiore di un
aspirapolvere", fabbricata nel 1937.
L'USAF, l'aeronautica Militare statunitense, che riconobbe "la
parte di un umidificatore di tabacco".
Altri detrattori vollero vedervi un "lampione stradale"…
A favore di Adamski:
L'operatore cinematografico di Hollywood, Marley, il quale non esitò a
definire le foto autentiche.
J.N. Mansour, della Jetex Ltd., ditta produttrice di aeromodelli,
esaminò i negativi originali e la macchina fotografica montata sul telescopio
di Adamski e confermò che l'oggetto delle foto non era un modello ma sembrava
delle dimensioni dichiarate dall'autore: almeno 10 metri e mezzo di diametro.
IN MOLTI LUOGHI SI VEDONO UFO DELLO
STESSO TIPO
UFO dello stesso tipo di quello
descritto in "I dischi volanti sono atterrati" furono segnalati da
altre parti:
Nell'ottobre del 1953 su Norwich (Inghilterra), l’astrofilo Potter della
British Astronomical Association effettuò l'osservazione di un ordigno che
descrisse come l'esatta riproduzione (rovesciata dal telescopio con cui la
vide) della macchina di Adamski.
Nel 1954, il tredicenne Stephen Darbishire di Coniston (Inghilterra)
fotografò un UFO che volava su una collinetta. L’immagine mostrava un oggetto
brillante dai contorni indistinti.
Una proiezione ortografica, eseguita dall'ing. Leonard Cramp, confermò
che gli oggetti delle foto di Coniston e di Adamski erano delle medesime
proporzioni.
Il NICAP affermò: "Non sembra evidente alcun motivo per un
trucco…"
L'ufologo spagnolo Antonio Ribera, si è chiesto: "Cosa c'è di vero
nel caso Adamski?"
La cosa più sensata è credere, per il momento, nell'autenticità delle
fotografie, tanto di George Adamski che di Stephen Darbshire e ipotizzare che
queste abbiano ispirato al primo le sue fantastiche storie sui Venusiani.
Sempre secondo Ribera, un'altra osservazione sembra costituire una nuova
conferma all'autenticità:
Il 15 settembre 1965, dalle cinque alle otto di sera, furono visti su
Santa Coloma (Andorra) e così pure dalla vicina Engordany, due UFO del
"tipo Adamski" (con le tre sfere o "dispositivo di
atterraggio" nella parte inferiore e a forma di campana) posti uno sopra
l'altro, che improvvisamente partirono verticalmente a gran velocità...
Probabilmente, Adamski ha costruito una storia fantastica su un episodio
autentico…
In "I dischi volanti sono atterrati", però, Adamski dichiara
che il decollo del "disco" da Desert Center doveva essere stato
osservato da aerei militari in volo sulla zona, facendo riferimento ad un B-36
dell'USAF.
In una lettera inviata il 3 Agosto 1956 dal Centro Informazioni
Aereotecniche della base USAF di Wright-Patterson al cittadino Richard Ogden,
si ha la conferma delle segnalazioni di un UFO da parte di un pilota militare,
sulla zona di Desert Center, appunto il 20 novembre 1952.
Un altro elemento, che potrebbe riferirsi direttamente al presunto
contatto nel deserto, è il misterioso scritto avuto da Adamski, a suo dire, il
13 dicembre 1952.
Gli stranissimi segni impressi sulla pellicola sono stati da molti
indicati come uno spettacolare ma ingenuo falso.
Nel 1949-50, il noto archeologo ed esploratore professor Marcel Homet,
nelle impervie regioni del Brasile nord-orientale, aveva scoperto un ciclopico
blocco roccioso ovoidale coperto da numerosi indecifrabili gruppi di
ideogrammi: la Petra Pintada, frutto di un'ignota cultura preincaica.
Il professor Homet elaborava il materiale raccolto nel volume "I
figli del sole", mentre Adamski pubblicava "I dischi volanti sono
atterrati".
Uscito il libro di Homet, si costatò che gli ideogrammi erano gli stessi
sia nella "Petra Pintada" sia nel messaggio adamskiano.
Non era pensabile che Adamski potesse essere venuto a conoscenza delle
scoperte del professor Homet.
A BORDO DEI DISCHI VOLANTI
Nel 1955, uscì un secondo libro:
"Inside the Space Ships" (tradotto in italiano: "A bordo dei
dischi volanti"); dove Adamski affermava di essere stato avvicinato da
emissari di extraterrestri nel febbraio del 1953, a Los Angeles, in California.
I suoi contatti sarebbero avvenuti con un gruppo di piloti, a loro dire
originari dei pianeti Venere, Marte, Saturno.
Adamski sarebbe stato portato, con degli apparecchi dello stesso tipo di
quello da lui fotografato, a bordo di due gigantesche astronavi madri
cilindriche orbitanti intorno alla terra. Qui egli avrebbe parlato a lungo con
alcuni piloti (in particolare "Firkon" di Marte e "Ramu" di
Saturno) e anche con il Venusiano "Orthon" incontrato il 20 novembre
1952; in seguito avrebbe parlato con due "Maestri" o
"Saggi".
Adamski affermò che tutti gli extraterrestri dimostrarono di avere delle
facoltà telepatiche e di conoscere molto bene la lingua inglese.
George Adamski nel libro descrive degli esseri molto superiori agli
uomini della Terra, sia fisicamente sia spiritualmente; descrive con
convincente efficacia alcuni aspetti della loro vita, la tecnica avanzatissima,
gli eccezionali poteri psichici; parla della loro scienza, della filosofia
sulla reincarnazione e dell'intima, gioiosa visione della vita, rivolta a una
maggiore conoscenza della Creazione, dell’Uomo e dell'Ente Supremo.
Nel libro si legge che:
- Il nostro Sistema Solare sarebbe composto di più di nove pianeti, con
condizioni ambientali, per molti di essi, non molto diverse da quelle della
Terra.
- I principi del bene e del male sarebbero universali.
- La razza umana, adattatasi alle particolari condizioni ambientali di
ciascun pianeta abitabile, sarebbe diffusa in gran parte della nostra Galassia.
È descritta anche quella che sarebbe la storia dimenticata delle origini
dell'uomo.
Secondo Adamski, la specie umana sarebbe di origine extraterrestre e la
Terra sarebbe solo uno dei tanti pianeti colonizzati. Sulla Terra - gli
avrebbero rivelato i Fratelli (così da lui definiti) - si sarebbero stabiliti
in epoche antichissime alcuni nuclei provenienti da diversi sistemi solari. Gli
sconvolgimenti geologici, che fecero spesso a cambiare completamente l'aspetto
della superficie terrestre portando interi continenti, come Atlantide, ad
essere sommersi, li avrebbero successivamente distrutti e dispersi.
I pochi superstiti, resi barbari e degenerati, al colmo dell'abbrutimento,
potrebbero essersi anche uniti a specie umanoidi autoctone, forse in fase di
evoluzione dalle scimmie antropoidi, dando così origine a razze inferiori
ibride, erroneamente considerate i vari "anelli" della
"evoluzione" umana.
LA TERRA: UNA PRIGIONE PER EXTRATERRESTRI
Sulla Terra, considerata ormai un
pianeta inadatto alla colonizzazione, sarebbero stati successivamente portati
gruppi di elementi "indesiderabili" provenienti da vari pianeti:
individui violenti che si sarebbero imposti agli ibridi terrestri che, con l'ignoranza
propria dei primitivi, videro in essi degli dei.
Talvolta, sarebbe avvenuto l'intervento di "squadre di
vigilanza", ma in generale, gli extraterrestri si sarebbero limitati a
semplici azioni di ricognizione sistematica, senza interferire direttamente
nelle nostre questioni.
I progressi dell'uomo della Terra, nei campi della fisica nucleare e
dell'astronautica, avrebbero indotto gli extraterrestri ad intensificare le
loro azioni di controllo nell’immediato dopoguerra, portando non pochi di loro
ad operare segretamente fra noi, servendosi di basi d'appoggio nascoste.
La "Confederazione", di cui farebbero parte i mondi abitati
del nostro settore galattico, pur deprecando il nostro tipo di civiltà ed in
modo particolare la guerra e l'applicazione bellica dell'energia nucleare, non
sembrerebbe intenzionata ad interferire, in nome del libero arbitrio; ma ci
lascerebbe libertà nelle nostre azioni, purché queste ultime non si dimostrino
pericolose per l'equilibrio del Sistema Solare o rivolte ad un olocausto nucleare
con la distruzione della Terra.
Un contatto con loro non ci sarebbe assolutamente imposto, per evitare
il trauma del confronto fra la nostra realtà e la loro: le popolazioni della
Terra sarebbero impreparate ad un evento simile.
Adamski conclude affermando che il contatto con questi popoli
extraterrestri dovrà esserci, presto o tardi, quindi i vari governi dovranno
preparare le masse a questo avvenimento storico. I governi, però, non parlano.
Comprensibilissimo: chi di loro avrà il coraggio di proclamare al mondo una
realtà che comporterà inevitabilmente un sovvertimento o un ridimensionamento
totale di tanti aspetti della vita sociale e statale?
Fantasie di un visionario?
UN
"PREDICATORE" PER TUTTA LA VITA
Ray Palmer, editore americano del
Wisconsin, alcuni anni dopo la pubblicazione di "I dischi volanti sono
atterrati", affermò che Adamski gli aveva sottoposto nel 1943 un racconto
avente la medesima trama del suo primo libro.
Al posto del pilota Venusiano, però, dall'UFO discendeva Gesù Cristo.
Palmer scrisse nel 1965:
«Noi non abbiamo mai definito Adamski un bugiardo ed ancora oggi
accettiamo la sua storia per vera, pur sapendo che egli non incontrò nessun
venusiano nel deserto nel 1952, che le impronte di quest'ultimo sono una
contraffazione, e che egli non è mai salito a bordo del "ricognitore"
di Venere».
Questa la sua conclusione:
«Adamski aveva un esperienza, genuina in ogni dettaglio, da rendere
nota, ma dovette fare uso della saga dei dischi volanti come di un mezzo atto a
proclamare il suo messaggio».
Adamski si dedicò completamente alla predicazione di tale
"messaggio" di buona volontà dei "Fratelli" dello spazio,
nonostante l'età avanzata.
Per rispondere alle migliaia di lettere che gli erano indirizzate,
scrisse l'opuscolo "Questions and Answers" e quindi il volume
"Flyincy Saucers Farewell" (tradotto in italiano: "I dischi
volanti torneranno"), poi ancora "Cosmic Philosophy",
"Telepathy" ed uno "Science of Life Study Course" limitato
ad una ristretta cerchia di discepoli.
I fondi ricavati erano impiegati esclusivamente per alla sua
predicazione.
Nel 1959 in un viaggio nel mondo, per un cielo di conferenze sulle sue
esperienze, fu ricevuto dalla Regina Giuliana d'Olanda. In seguito visitò la
Scandinavia e creò un International Get Acquainted Program (IGAP).
Nei giorni immediatamente precedenti la morte di Giovanni XXIII, ebbe un
contatto con il Vaticano, contatto del quale non trapelò nulla.
Papa Roncalli e George Adamski |
UN INCONTRO SEGRETO CON
PAPA RONCALLI
Adamski avrebbe portato un messaggio
per il Pontefice, messaggio che si limitò a consegnare nelle mani di Papa
Roncalli.
Giunto improvvisamente a Roma dagli USA e fattosi vivo con Lou Zinsstag,
(una svizzera parente del caposcuola della psicanalisi post-freudiana Carl
Gustav Jung,) e con il Console dottor Alberto Perego, egli fu visto entrare in
Vaticano poco prima della morte del "Papa buono".
La Segreteria di Stato di Sua Santità, successivamente interrogata
dall'inglese Ronald Caswell in merito alla natura della presunta visita di
Adamski a Papa Giovanni morente, comunicò testualmente all'interessato, che
"non era possibile fornire le informazioni richieste".
Rimane che Adamski sia giunto a Roma e ripartito dopo la visita in
Vaticano, evitando qualsiasi pubblicità.
Il dottor Roberto Pinotti (autore dell'articolo da noi qui ripreso
N.d.R.), porta la sua testimonianza sull'episodio e sulla personalità di
Adamski:
«"Credo - scrisse Adamski in una lettera indirizzataci il 15 luglio
1964 - che il messaggio dei Fratelli per il Papa avesse a che fare con il suo
successore, poiché quanto questi era il favorito di Papa Giovanni".
Cattolico praticante, Adamski vide nell'ecumenismo conciliare la
migliore conferma della sintesi fra cristianesimo ed esoterismo orientale che,
in un clima evangelico e comunitario, aveva perseguito fin dagli anni Trenta
col suo "Ordine Reale del Tibet": una sintesi che a suo dire si
identificava con la visione del mondo degli Extraterrestri.
Gentile, preciso e telegrafico nelle risposte agli interrogativi che gli
ponevamo periodicamente nelle nostre lettere, a conferma del contenuto dei suoi
libri, Adamski dimostrò di essere dominato, negli ultimi anni della sua vita,
da una problematico di carattere esistenziale e spirituale, più che di tipo
scientifico».
Nel 1961 Adamski dichiarò di essere stato portato su Venere e di avervi
incontrato la moglie Mary scomparsa qualche anno prima, reincarnata in una
bambina venusiana.
I "Fratelli", rispondendo in tal modo ai suoi dubbi circa la
realtà dell'immortalità e della reincarnazione dell'anima, si trasformarono
così per lui in una sorta di "guide spirituali".
Non era finita.
Dopo Venere, Saturno: dal 27 al 30 Marzo 1962, Adamski affermava di
esservi rimasto, quale osservatore, nel corso di una riunione dei 12
consiglieri del nostro Sistema Solare.
A questo punto era sempre più difficile seguirlo.
FENOMENI MEDIANICI
Nel 1964, il suo ex-segretario C.A.
Honey scrisse:
«Le affermazioni di Adamski, circa il suo viaggio su Saturno, sono in
completo accordo con le esperienze dello stesso tipo che i sensitivi (medium)
riferiscono ogni giorno. Un'altra ragione per cui credo che egli si sia
ingannato, pensando di avere fatto un viaggio sul piano fisico, è che egli
cominciò a fare ricorso alla trance medianica circa due anni fa…»
Concludendo:
«Reputo che i Fratelli lo abbiano sotto controllo ipnotico. Penso che il
suo viaggio su Saturno si sia compiuto nello stesso modo».
Ci si chiede così se all'origine delle presunte esperienze di Adamski
non vi siano stati dei fenomeni soggettivi di bilocazione, ma tutto ciò porta
in una dimensione inesplorata e poco controllabile.
Si ritiene che Adamski avesse delle facoltà telepatiche.
Nel 1959, subito dopo l'udienza avuta dalla Regina Giuliana d'Olanda,
Adamski si fermò a Roma dove fu ricevuto all'aeroporto dal console Alberto
Perego, noto studioso della questione degli UFO.
Mario Maioli confermò a Roberto Pinotti che Adamski dimostrò di
possedere delle facoltà inconsuete.
Adamski, Perego e Maioli erano stati a cena al ristorante, discutendo
delle presunte esperienze di Adamski. I tre uscirono dal locale e si resero
conto che sarebbe stato impossibile, ad un'ora simile, trovare un taxi.
"Seguite me", disse Adamski ai suoi accompagnatori, "il taxi è
da questa parte!". Sicuro di sé, come se avesse conosciuto Roma da sempre,
Adamski si avviò per un dedalo di vicoli e strade finché, indicando una certa
auto, esclamò: "Ecco il nostro tassista!", "Ma è un'auto
privata, che fa?", obiettò Maioli. "...Ma er mestiere mio è proprio
questo!", disse il conducente in romanesco. "Puro noi abusivi avemo
da magnà... Su, venite..." Perego e Maioli si guardarono allibiti.
All'uscita del ristorante Adamski aveva "sentito"
telepaticamente il pensiero di quell'abusivo?
La figura di quest'uomo costituisce un vero e proprio caso limite; chi
lo vuole profeta, chi impostore, chi visionario.
Una cosa però è certa: se mai egli avesse voluto un epitaffio in grado
di rendergli giustizia sulla propria tomba, probabilmente nessuna frase sarebbe
stata più indicata delle frasi contenute nel quarto capitolo di "Inside
the Space Ships", intitolato "Il mio primo sguardo allo spazio"
e riferite al primo viaggio compiuto dall'autore a bordo di un "disco
volante":
«...Ebbi una certa sorpresa nel costatare come lo sfondo dello spazio
interplanetario sia totalmente nero. Nondimeno, mi resi subito conto che
qualcosa stava accadendo tutt’intorno a noi, come se miliardi e miliardi di
lucciole stessero svolazzando ovunque, muovendosi in tutte le direzioni,
appunto come fanno le lucciole. Soltanto, erano di diversi colori, come in un
gigantesco spettacolo di fuochi d'artificio, che era però di una tale bellezza
da incutere un riverente timore…»
Nel suo libro, apparso in America nel 1955, Adamski aveva descritto le
cosiddette "lucciole spaziali", osservate dai nostri astronauti in
orbita intorno alla Terra e delle quali mai si poteva sospettare l'esistenza
prima del 1961.
IL VENUSIANO ADAMSKI
Antonio Ribera ha scritto:«La
principale obiezione che muoviamo al bel venusiano di Adamski, è proprio la sua
bellezza tanto venusiana. Però, analizzando più dettagliatamente la questione,
abbiamo scoperto anche di più: che l'essere dello spazio tanto bello è lo steso
Adamski, idealizzato. È una proiezione, un'incarnazione degli ideali di questo
filosofo pacifista con atteggiamenti da vegetariano e da teosofo.
Il suo venusiano è un Adamski biondo come era lui, però più giovane, più
bello e che predica la pace e la fine della corsa agli armamenti atomici.
I suoi propositi innegabilmente buoni fanno sì che gli si possa
perdonare, in parte.
Probabilmente, Adamski creò il suo mito basandosi su qualche fatto
reale: l'osservazione di un UFO, le sue fotografie. Se il suo venusiano non gli
somigliasse tanto, fino a sembrare quasi un suo figlio spirituale, crederemmo
di più in lui. Però Adamski si è portato il suo segreto nella tomba, morendo il
23 Aprile 1965 di un attacco cardiaco nell'ospedale di Washington. Riposi in
pace».
SEPOLTO NEL CIMITERO DEGLI EROI
Ma perché ad Arlington, il cimitero
degli eroi?
Adamski aveva prestato servizio militare di leva, durante la Grande
Guerra "imboscato" in cavalleria lungo il confine messicano. Quale
servizio reso alla nazione gli si riconosceva accogliendone i resti ad Arlington?
Ancora il dottor Roberto Pinotti ricorda:
«Egli, dal canto suo, difese il suo primato: nelle numerose lettere indirizzateci
nei due anni (dal 1963 al 1965) in cui siamo stati in rapporto epistolare,
"GA" bolla con pesanti giudizi tutti gli altri contattisti americani
e di altri paesi venuti alla ribalta nella sua scia, invitando a diffidare, in
particolar modo, di quanti - per i loro pretesi contatti - facciano
sistematicamente ricorso a fenomeni di ordine medianico e di quanti credono di
ricevere messaggi "telepatici". Adamski, infatti, lo si consideri un
abilissimo imbroglione od un fedele testimone, fa invariabilmente parlare i
suoi extraterrestri, limitandosi solo a prendere atto delle loro rivelazioni e
senza anzi mancare di rivelare come i suoi amici sembrassero talvolta volergli
nascondere qualcosa: "Avvertii - leggiamo nel capitolo nove di "A
bordo dei dischi volanti" che vi potevano essere delle cose che essi non
intendessero farmi vedere...»
E se Adamski fosse stato ingannato dai suoi interlocutori anche sul loro luogo
di provenienza...?
Leon Davidson, ha ravvisato nei "piloti" di Adamski dei terrestri,
agenti della CIA, con l'incarico di presentarsi come originari di mondi
inabitabili, con lo scopo di dare origine a testimonianze non credibili e
quindi false; per gettare discredito sulla questione degli UFO e sulla loro
origine extraterrestre.
Adamski, dunque, come strumento di controinformazione sugli UFO.
Una lettera del 1957, in fotocopia, fu fatta pervenire da Adamski al dottor
Roberto Pinotti.
Nella lettera, indirizzatagli su carta intestata del Dipartimento di Stato da
un certo R. E. Straith al quale non fu più possibile risalire; si dice al
"contattista" di proseguire il suo operato.
Adamski lo ha fatto, autentico o falso che fosse l'invito.
Come afferma Aimé Michel, nessuno più di lui - in buona fede o no - ha
contribuito a complicare il già complesso quadro dell'ufologia, screditando nel
contempo l'intera questione agli occhi di quegli studiosi che avrebbero potuto
e dovuto dare un contributo notevole alla sua soluzione.
In ogni caso, George Adamski ha acquisito un posto di primo piano nella storia
del fenomeno UFO.
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